Ogni mercoledì dalle 10 alle 12 e dalle 15 alle 17 chiama il numero verde AIL 800 22 65 24, rispondono due psico-oncologhe professioniste, per offrire uno spazio di ascolto e supporto gratuito a chi ne ha bisogno.
L’arrivo della malattia sconvolge la vita del paziente e l’intero equilibrio familiare e parlarne con un esperto in psico-oncologia è la giusta soluzione per affrontare meglio la realtà, facilitare l’accettazione della situazione e dare un senso più ampio e consapevole alla propria vita.
“Le malattie onco-ematologiche sono patologie complesse che modificano i ritmi della vita della persona determinando un notevole cambiamento non solo delle proprie abitudini, ma anche dell’intero sistema familiare. La storia del malato si trasforma, infatti, in storia della famiglia intera ed è estremamente importante che tutti si adattino a questo evento da un punto di vista psicologico ed emotivo. Diventa quindi fondamentale la figura dello psico-oncologo, che permettere di riconoscere e nominare le emozioni provate durante la malattia: la dimensione dell’ascolto che si crea diventa una parte complementare della cura e del percorso quotidiano.Il quesito più frequente è: ” Com’è possibile che tutto questo stia capitando a me?”. Grazie al supporto psicologico il paziente può trasformare questa domanda in “Che cosa posso fare adesso?”. Lo spazio di ascolto offerto da AIL permette , infatti, di confrontarsi e raccontarsi rispetto alle innumerevoli difficoltà psicofisiche che si incontrano dal momento della diagnosi, recidiva, remissione”.
Dott.ssa Cristina Bilanci – Psicologa, Psicoterapeuta, Psico-oncologa
“Ricevere una diagnosi onco-ematologica è un evento profondamente traumatico che riguarda il paziente ma anche il suo sistema familiare: quella onco-ematologica è una malattia familiare, nessuno viene escluso. Avere uno spazio dove poter fare chiarezza rispetto a ciò che si sta vivendo e provando è fondamentale affinché ognuno possa comprendere l’importanza della sua partecipazione attiva al percorso di cura.Nell’ambito di questo servizio, “incontriamo” persone che hanno bisogno di raccontarsi.
Una volta avviato il percorso (o una volta terminate le cure) si avverte la necessità di “fare i conti” con tutto ciò che, contemporaneamente alle terapie, si è sperimentato su un piano emotivo: anche le emozioni hanno diritto di essere ascoltate ed elaborate. Non è infrequente il timore di chiedere un supporto psicologico per non apparire deboli, per non creare allarmismo nei propri cari, per non volere e non volersi dire “io da solo non riesco”. Il nostro compito è quello di aiutare a riconoscere e a legittimare questo bisogno”.”