Può accadere che, per i motivi più disparati, una persona viva temporaneamente in un luogo diverso da cui ha la sua residenza: per lavoro, studio, motivi familiari o sanitari ecc.
In questi casi, secondo il principio della continuità assistenziale, la persone può richiedere il domicilio sanitario presso la ASL in cui si trova ricevendo quindi l’assistenza sanitaria di cui ha necessità. SI può richiedere il domicilio sanitario per un lasso di tempo non inferiore a 3 mesi e non superiore a 12 mesi che può essere tuttavia rinnovato.
Possono richiedere il domicilio sanitario tutti i cittadini già iscritti al Servizio Sanitario presso la propria ASL. Chi intende richiedere il domicilio sanitario deve prima disdire il proprio medico di famiglia che sarà indicato nella ASL di destinazione provvisoria.
La richiesta di domicilio sanitario va rivolta agli uffici preposti della ASL di dimora provvisoria. Solitamente alla domanda va allegata copia della propria tessera sanitaria e di un documento di riconoscimento oltre a documentazione a supporto del trasferimento provvisorio (esempio certificato di iscrizione all’università, dichiarazione del datore di lavoro ecc.).
Un altro aspetto importante è quello delle visite e dei ricoveri presso strutture fuori regione. In linea generale la normativa vigente tende a privilegiare percorsi diagnostici e d cura presso la regione di residenza. Le Regioni disciplinano però la materia salvaguardando, pur con modalità differenti, il ricorso a cure appropriate e specialistiche anche fuori regione quando vi sia carenza di strutture adatte alla cura di determinate patologie.
In linea generale questi interventi sanitari possono essere richiesti quando si è in grado di dimostrare che le cure devono necessariamente effettuarsi fuori dal territorio regionale ed in una struttura specializzata; è solitamente necessaria preventiva autorizzazione della competente ASL e se previsto dall’ordinamento regionale di residenza.